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Immagine del redattoreRoberto Ernesto Pacis

Quando


Quando la stanza rimarrà vuota

e le ombre allungheranno i silenzi,

l’inchiostro incresperà

i solchi nitidi e immobili

dei passi che ho lasciato cadere,

come vesti abbandonate

che tingono la stanza

della mia presenza.


Quando poserai gli occhi

sulle orme che ho scritto per te,

non togliere la polvere

e lascia che le ombre

pesino sulla tua voce,

indossale,

come la seta d’autunno

veste i colori.


Quando tra le dita,

terrai le parole

che riempivano quella stanza,

ti sentirai nuda,

e della pelle che ho cucito per te,

ne ricamerai una lacrima

per poterla stringere

come un addio i ricordi.


Dipingerai quella porta socchiusa,

rincorrendo un sospiro

che t’arde il fiato

e nella nebbia, come un ruscello,

i ricordi bagneranno

il dorso delle tue mani.


Di tanto in tanto l’aprirai,

ancora e ancora una volta,

vedrai le mie parole

sfumare in controluce,

dove la nebbia

profuma di desiderio.

Tra quelle ombre tenui e polverose,

sarò lì, luce

nel ricamo che vive,

spigoloso e polveroso,

rigoglioso,

come il canto degli olmi d’autunno.


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